Una bambina che salta sul letto. Un giradischi e un vinile di Janis Joplin.
Questo è il primo ricordo che ho della mia infanzia. Ed è stato il momento in cui si è accesa la fiamma della passione per la musica.
Avevamo un giradischi e passavo spesso il tempo a saltellare sul letto e dei miei genitori, cantando a squarciagola sui dischi di Janis, dei Deep Purple, Rolling Stones, ma anche artisti italiani come Cocciante, Loredana Bertè, Patty Pravo e tanti altri.
Dopo un paio di traslochi il giradischi è andato perduto, ma fortunatamente i vinili no.
Pochi giorni fa mi è stato regalato un giradischi analogico e ho potuto riscoprire la bellezza dell’ascoltare un disco in vinile.
Con l’arrivo del digitale tutti possono ascoltare tutto. Ascoltiamo senza approfondire, ci fermiamo ai primi 20 secondi, mettiamo una Playlist in sottofondo e facciamo altro.
Ascoltare un vinile è una vera e propria esperienza, nel mio caso quasi una sorta di meditazione.
Scegliere un disco, appoggiarlo, sentire il rumore della puntina riporta il pensiero su ciò che stiamo facendo, diventando quasi un rituale.
La musica diventa reale, concreta.
Ascoltare un vinile è un’esperienza artistica.
Dire che è semplicemente ascoltare musica sarebbe riduttivo. Osservare le copertine, le retrocopertine, i testi e le illustrazioni ti fanno ancora più sentire a contatto con l’artista. Dietro ad una copertina ci sono stati progetti lunghi ed elaborati, calcolando che i mezzi a disposizione non erano come quelli attuali. Basta pensare che non esisteva Photoshop. Uno degli studi grafici più famosi che ha creato copertine, diventate poi vere e proprie icone musicali è Hipgnosis. Basta guardare alcune copertine dei Pink Floyd per capire che sono delle opere d’arte in completa fusione con il concept della musica stessa.
Cercare tra gli scatoloni i vecchi vinili dei miei genitori è stato divertente. E chiedere a mio padre se si ricordasse dove avesse preso un disco ha aperto conversazioni, ha fatto riaffiorare ricordi, ha creato complicità. È stato un tuffo nel passato ed è stato da stimolo per la mia curiosità… infatti ho già una lista di dischi che vorrei comprare nei prossimi mesi.
Comprare un disco dà valore alla musica.
Comprare. Già… Ora la musica è praticamente tutta gratis. Invece i vinili vanno comprati e nonostante ci siano negozi online di dischi usati o mercatini vintage, dove si trova di tutto e a buon prezzo, i dischi originali hanno dei costi più o meno elevati. Pagare per un prodotto musicale ti porta automaticamente ad informarti, a scegliere e una volta acquistato a prendetene cura.
Ascoltare un disco ti insegna ad avere cura, attenzione e rispetto.
La pulizia del disco e del giradischi per evitare di rovinarli, il maneggiare con attenzione e il mettere o togliere dalla copertina sono piccole azioni, probabilmente scontate. Invece, soprattutto ora, dove tutto è frenetico, dove si incastrano le cose da fare per non sprecare minuti, è un piccolo inizio per ridare il valore al tempo e alle piccole cose.
E il suono?
Non si può dire che il suono di un vinile sia migliore di quello di un CD o della musica in formato digitale. Ci sono pro e contro. E soprattutto, considerando che la musica è percezione, è totalmente soggettiva. Però possiamo dire che è diverso. Il suono del vinile ha un fascino particolare, è caldo, coinvolgente e carico di dinamiche.
Questo è il giradischi che mi è stato regalato.
Il suono è ottimo sia collegandolo all’impianto che ad una buona cassa bluetooth
E qui un piccolo accessorio indispensabile per pulizia e manutenzione dei vinili